Il Museo

Questa originale esposizione nasce dall’interesse di Alessandro Pelucchini per un vecchio trattore di famiglia, un Landini 25 a testa calda e dalla passione trasmessagli dal padre Gino. Inizia la collezione di trattori nel 1992, aiutato e supportato dalla famiglia.

Progressivamente ha ampliato la collezione arricchendola di attrezzi ed oggetti che altrimenti sarebbero andati persi o distrutti dal tempo.
Impedire la distruzione di queste testimonianze storiche è, infatti, uno dei motivi principali che hanno spinto Alessandro a raccogliere e a mostrare, con questo museo, quella che è stata la storia di una parte d’Italia nel primo cinquantennio del secolo scorso.

Nel padiglione di 1500 m2 è stato ricostruito il podere del contadino con la tipica cucina, la camera da letto e la cantina; la stalla con le grandi vacche bianche chianine, l’erbaio, la porcilaia con la cinta senese (all’epoca in cui sono ambientate le scene i maiali che conosciamo oggi non erano ancora arrivati) e il capanno per gli attrezzi; si prosegue nel cortile del podere, dove troviamo tra le altre cose, uno dei pezzi più importanti della collezione, la Motomeccanica Balilla, piccolo trattore del 1929.

Il percorso incanala i visitatori tra i carri e i barocci della Val di Chiana aretina, senese e perugina.

Si prosegue nella seconda parte dell’esposizione, un ampio spazio che è riservato alla collezione dei trattori d’epoca, delle trebbie e di molti altri attrezzi agricoli.

Sono qui raccolti 46 esemplari, tra cui la Locomobile a vapore Legnago, il Super Orsi RV, il mitico SuperLandini, il Landini Velité, il Landini L55/60, il Landini L 45/50,
il Landini L35/40, il Landini L25 1° serie, l’OM 35/40, l’OM 50 doppia trazione e Same DA17, solo per citare i più importanti.

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